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Ipogeo di Poggio Gaiella Chiusi

SITI ARCHEOLOGICI

Ipogeo di Poggio Gaiella

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Ipogeo di Poggio Gaiella


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Si tratta dell’unico tumulo chiusino rimastoci degli otto circa di cui abbiamo notizia, uno dei più grandi di tutta l’Etruria, che gli scavi più recenti hanno rivelato essere per metà artificiale, in quanto frutto del riadattamento di un rilievo naturale: mentre la parte superiore del colle è composta da terra di riporto, le tombe sono scavate a più livelli nella parte inferiore, che è costituita da un banco di sabbie addensate alternate a conglomerato di argilla, tipico di quest’area.
Uno dei nuovi dati emersi dalle indagini più recenti, è l’esitenza nell’area del tumulo o nelle sue più immediate vicinanze di un insediamento dell’Età del Bron¬zo recente, il più antico finora rinvenuto negli imme¬diati dintorni di Chiusi. Il tumulo era circondato da un tamburo alto circa m. 1,50, in origine rivestito di travertino di Sarteano murato a secco, in seguito interamente spoliato per costruire i casali adiacenti.
Si accedeva alla tomba mediante un lungo corridoio di m. 10, ai lati del quale erano scavate due tombe a tramezzo, databili anch’esse nei decenni finali del VII secolo. Quella sul lato sinistro dava accesso una serie di almeno quattordici camerette (con ogni probabilità anch’esse adibite a sepolture) disposte su due file lungo il fianco della collina e comunicanti mediante brevi corridoi, all’interno delle quali sono stati rinvenuti materiali d’età orientalizzante e arcaica. Queste tombe, che conservano in parte la decorazione del soffitto a lacunari e cassettoni con tracce di colore rosso e le banchine intagliate in forma di letti funebri, sono databili solo indicativamente nella prima metà del V sec. a.C. sulla base del confronto con le due tom¬be dipinte della Scimmia e del Colle.

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